La sicurezza in materia di incendi è di fondamentale importanza, sia per le strutture private, come le nostre stesse case, sia per quelle commerciali, si pensi ai negozi o alle aziende, ad esempio.
Tale distinzione, com’è ovvio, segue la destinazione d’uso dell’immobile in cui deve essere inserito l’impianto antincendio ma, oltre a questo, considera anche le caratteristiche funzionali e le effettive dimensioni dello stesso.
Vediamo quindi quando questo tipo di sistema di sicurezza è richiesto, facendo però prima un doveroso cappello su cosa s’intenda per impianto antincendio.
A definire legalmente cosa si debba intendere per sistema antincendio ci pensa l’UNI, l’Ente Italiano di Normazione. Secondo questo istituto è da definirsi come impianto antincendio l’insieme di tutti quegli elementi di un dato apparato edilizio che hanno la funzione di prevenire, limitare, eliminare o anche segnalare l’insorgere di un possibile incendio.
Sappiamo che un incendio viene solitamente rilevato da quegli apparati che chiamiamo, non a caso, rilevatori, i quali funzionano per mezzo di sensori in grado di individuare la presenza di fumo in un ambiente. Pochi, però, sanno anche che per lo spegnimento di un possibile incendio possono essere. predisposti non soltanto gli estintori, ma anche lance e idranti e, anche se raramente, perfino reti idrauliche specifiche, definite “a pressione”, le quali sotto comando dei rilevatori, irradiano acqua nei vari ambienti dell’edificio per mezzo di specifici augelli.
Bene, adesso non resta che capire quando il sistema antincendio si fa obbligatorio, ovviamente caso per caso. Considerando il caso di un’abitazione privata, ad esempio, l’UNI sancisce che l’installazione dell’impianto si fa obbligatoria quando l’edificio supera i 24 metri di altezza. Per quanto riguarda, invece, le attività commerciali e produttive, il discorso cambia drasticamente. La legge, infatti, sancisce l’obbligatorietà del sistema antincendio per le imprese e negozi che abbiamo almeno un lavoratore, ovvero praticamente tutte.
Il numero degli estintori e degli altri elementi che compongono un sistema antincendio varia poi in base alla classificazione in cui rientra lo stabile. Gli edifici commerciali, ad esempio, rientrano nella categoria n° 2 e necessitano, quindi, di un numero minore di elementi rispetto ad altri edifici, come gli ospedali, le scuole o anche i grandi magazzini, che invece rientrano nella categoria n° 3.
Inoltre, e ovviamente, ogni qualvolta si debba installare un impianto antincendio, la legge prevede anche che lo stesso venga sottoposto a continui e periodici controlli di manutenzione, così da garantire il corretto funzionamento del sistema e, di conseguenza, la sicurezza dei lavoratori e dei fruitori coinvolti. Ad effettuare il controllo sono i cosiddetti organi di vigilanza, come i Vigili del Fuoco oppure i tecnici dell’ASL, i quali spesso e volentieri eseguono anche controlli a campione e, nel farlo, rilasciano poi una certificazione che va custodita e conservata.
Infine, la normativa prevede anche, nel caso di installazione di un impianto di questo tipo, la redazione di un sistema di evacuazione e la formazione in merito del personale presente all’interno dell’edificio, di modo da agevolare le operazioni nel caso in cui, effettivamente, avvenisse un incendio.
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La sicurezza antincendio è un aspetto cruciale nella progettazione e gestione degli edifici, sia pubblici che privati.
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