Quando si parla di sicurezza antincendio, se l’obiettivo è quello di riuscire a fronteggiarne uno, non si può prescindere dal conoscere la classificazione degli incendi, ovvero le varie classi antincendio sancite dal CEN (Comitato Europeo di Normazione). La norma internazionale UNI EN 2:2005 stabilisce, infatti, che gli incendi vengano classificati in base al materiale combustibile che ne è alla base.
Queste non solo sono fondamentali per riuscire a sconfiggere una situazione pericolosa come quella di un possibile incendio, ma non sono neanche da confondersi con le classi di rischio (di cui abbiamo già parlato qui), per questo non perdiamo altro tempo e andiamo subito ad elencare tutte le classi antincendio previste dal nostro sistema normativo, per poi andare ad approfondirle ad una ad una. Le classi antincendio sono:
A tali classi andrebbe poi aggiunta anche la cosiddetta Ex Classe E, ovvero quella riferita agli incendi che scaturiscono da malfunzionamenti di impianti elettrici.
Ricordiamo, infine, che tale classificazione è solamente di tipo pratico. Serve, infatti, a sapere cosa fare nel caso in cui si verifichi un incendio a partire da uno degli elementi menzionati, come, ad esempio, la scelta del giusto estintore, che cambia a seconda della classe d’incendio.
Questi sono gli incendi scaturiti da materiali solidi, di solito di origine organica, come legno, tessuto, carta, pelle, gomma, ecc.
Molte sono le variabili di questo tipo di incendi, ma diciamo che, in generale, un estintore a polvere o schiuma può essere quello che vuole; altrimenti, anche l’acqua può essere un buon alleato in questo caso.
I liquidi intesi in questo caso sono quelli ad alta infiammabilità, come la benzina, i solventi o gli idrocarburi per cui, dovendo contenere l’espansione di un simile incendio, è previsto l’uso dell’acqua solo se utilizzata a getto frazionato o nebulizzato, ed è di gran lunga preferibile utilizzare agenti soffocanti, come estintori a schiuma, a polveri chimiche o ad anidride carbonica.
Anche questa classe si riferisce a particolari tipi di gas, come il butano, propano, metano, G.P.L., idrogeno, o acetilene. Se un incendio scoppia a partire da questi tipi di gas, allora è necessario tentare di bloccare la fuoriuscita di gas attraversi l’uso di acqua (sempre a getto frazionato o nebulizzato) e gli estintori a polvere e anidride carbonica, ma spesso può essere necessario attendere l’arrivo dei vigili del fuoco affinché l’incendio venga domato.
Ebbene si, alcuni metalli, quelli leggeri, possono bruciare. Parliamo di metalli come l’alluminio, il potassio, il magnesio, il sodio, il manganese e anche il litio.
Quando si verifica un incendio di questo tipo gli estintori menzionati per le altre classi servono a poco ed è quindi quasi sempre necessario lasciare che se ne occupino direttamente i vigili del fuoco.
Infine, la classe più nuova di tutte, che fa riferimento a quegli olii e grassi sia di origine animale che vegetale che vengono usati nel settore della ristorazione e che viene distinta dalla Classe B solo per una questione di chimica, dal momento che gli altri oli sono di tipo minerale. Quando si verifica questa tipologia di incendio è necessario usare estintori a base di schiuma, oppure prodotti appositamente creati.
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La sicurezza antincendio è un aspetto cruciale nella progettazione e gestione degli edifici, sia pubblici che privati.
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