È risaputo che i sistemi antincendio a pioggia, anche detti impianti Sprinkler, sono comunemente ritenuti l’alternativa più efficace in merito di sicurezza antincendio, ma cosa sono di preciso questi impianti? Da cosa sono composti, e come funzionano?
Per rispondere a queste domande è necessario partire dall’inizio, approfondendo cos’è di preciso un impianto Sprinkler, quali sono le sue componenti e, soprattutto, come funziona.
Come detto, partiamo dall’inizio. Per antincendio a pioggia si intende generalmente un sistema antincendio di tipo automatico e che libera acqua sotto forma di goccioline (ecco perché è chiamato “a pioggia”).
Si tratta di impianto antincendio, detto anche Sprinkler proprio perché Sprinkler in inglese vuol letteralmente dire “spruzzatore”, che può essere installato in qualsiasi tipo di ambiente, a patto che venga posizionato sul soffitto (o nella copertura), così da poter ricreare la sua famosa pioggia, e che ne vengano installati svariati, a seconda della grandezza dell’ambiente (solitamente si va dai 4 ai 12 sprinkler, per gli ambienti più grandi e rischiosi).
Per funzionare, infatti, un impianto antincendio a pioggia ha bisogno di una rete di tubazioni e di un’alimentazione idrica, oltre che di ugelli erogatori, responsabili della caduta dell’acqua. È un lavoro di squadra, come si suol dire.
Come si sarà intuito, il complesso sistema di tubazioni alimentato idricamente nulla può senza gli ugelli erogatori, elemento essenziale dell’impianto, in grado di coprire una superficie dai 9 ai 20 mq in base alla tipologia di rischio, e composto da:
Il corpo è la struttura stessa dell’ugello, ciò che collega le altre componenti alle tubazioni. È caratterizzato da un foro, al cui interno è inserito un tappo che, a sua volta, blocca la fuoriuscita di acqua ed è tenuto saldo dall’elemento termosensibile.
L’elemento termosensibile è la parte fondamentale di tutto l’erogatore e l’impianto, in quanto rompendosi nel momento in cui viene esposto al calore, permette l’attivazione del sistema antincendio, ovvero al fuoriuscita di acqua. Esistono due tipi di elementi termosensibili: la lega metallica fusibile e il bulbo di vetro frangibile. La sua normale temperatura di funzionamento è tra i 55 e 77° ma può essere impostato anche per temperature più alte, ma solo in casi necessari, come in particolari magazzini, ad esempio, o in presenza di forni.
Infine, è il deflettore a provocare il classico effetto “a pioggia”. Posto al lato opposto del foro, permette il frazionamento del flusso d’acqua, così che venga massimizzata la sua capacità estinguente.
Bene, abbiamo detto che per funzionare il sistema antincendio a pioggia ha bisogno di un’alimentazione idrica costante, di una rete di tubature e degli ugelli erogatori, come sopra descritti.
Come anticipato si tratta di un sistema automatico, per cui l’acqua di norma scorre continuamente all’interno delle tubature e viene rilasciata solo nel momento in cui una determinata temperatura ambientale provoca la rottura dell’elemento termosensibile presente nell’erogatore. Nel momento in cui ciò avviene il tappo non è più in grado di contenere la pressione dell’acqua, che viene riversata nel deflettore il quale la spara su tutta la superficie raggiungibile.
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La sicurezza antincendio è un aspetto cruciale nella progettazione e gestione degli edifici, sia pubblici che privati.
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